venerdì 8 agosto 2014

Ragazze di campagna | La ragazza dagli occhi verdi


Ragazze di campagna (ed. Feltrinelli, € 7.23)
La ragazza dagli occhi verdi (ed. E/O, € 4.90)
Edna O’Brien
 
Rilettura in previsione di iniziare “Ragazze nella felicità coniugale”, capitolo conclusivo di questa trilogia.
 
Entrambi questi libri sono stati scritti da Edna O’Brien, irlandese cresciuta in una famiglia segnata da un padre alcolizzato e manesco, una madre bigotta e in un ambiente, quello rurale dell’Irlanda degli anni ’30-’40, restrittivo e cupo.
Questa atmosfera oppressiva è ben descritta nel suo primo romanzo, basato ampiamente (come anche i successivi) sulle esperienze e sugli episodi della sua vita.
Le due ragazze protagoniste, Caithleen e Baba, hanno 14 anni quando la storia comincia agli anizi degli anni ‘50 e, attraverso gli occhi di Caithleen, seguiamo il loro passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
Nel secondo volume le ragazze si sono fatte donne, hanno conquistato la loro indipendenza in città a Dublino, ma l’ambiente di provenienza (campagnolo e retrogrado) le perseguita...
Infatti le due ragazze vivono in un clima pieno di difficoltà, pregiudizi e violenza – è la società patriarcale cattolica e irlandese degli anni ’50 – e anche in città le complicazioni restano: le ragazze seguono già gli albori del femminismo e della libertà sessuale, ma si trovano ostacolate dal proprio retaggio culturale che inconsciamente le trattiene dall’abbandonarsi completamente, e che le condiziona anche nel portare avanti delle relazioni sentimentali concrete. Caithleen ne è l’esempio: sceglie solo partner già legati ad altre donne e troppo maturi per godersi la spensieratezza di un rapporto di coppia con una ventenne come lei.
Quindi nonostante i libri siano pieni di episodi bizzarri, che fanno ridere a denti stretti, e nonostante le due ragazze tentino positivamente di prendere in mano la loro vita e lasciarsi alle spalle le bruttezze quotidiane, di affermarsi, di rischiare tutto e di vivere come meglio credono, nonostante tutto questo quadro generale molto promettente non posso dire di aver apprezzato queste due (ri)letture a distanza di 13 anni.
Sarà che all’epoca avevo più o meno l’età delle protagoniste e ne rimasi entusiasta, ma ora devo dire che sono due libretti leggeri con scarsa indagine psicologica, che in alcuni punti cadono in momenti di cupezza esagerata e diventano deprimenti.
Sono a metà strada tra i romanzi di formazione dell’Ottocento (saturi di denuncia sociale, di crisi esistenziali, di peripezie, ecc.) e.... i romanzetti rosa. Un connubio trashissimo!
Detto ciò, non mi spiego l’enorme battage pubblicitario che questa trilogia si è vista fare più o meno un anno fa, con conseguente pubblicazione (con squillo di trombe) in italiano dell’ultimo volume, mai tradotto fino al 2014.
Beh, vedremo come si conclude la storia, forse la chiave sta tutta lì.

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