Il mio noviziato
Colette
Adelphi, 8 €
Ho
scoperto Colette ai tempi dell’università, ho letto diversi suoi romanzi, ma
resto sempre legata alla serie di Claudine. Approfittando dell’iniziativa “Il
maggio dei libri” ho acquistato, tra i tanti, finalmente anche questo breve
romanzo autobiografico (datato 1936) che racconta la prima esperienza coniugale
della scrittrice.
Sì
breve romanzo, ma che fatica però leggerlo! E’ arzigogolato, a volte criptico –
Colette rivela i retroscena dei suoi 12 anni di matrimonio (1893-1905) con lo
scrittore Willy, ma è evidente che ne risente ancora un poco della sua
tirannia, seppure lui sia morto già da cinque anni e da 30 vivano separati.
Dal
racconto esce a sorpresa una Colette giovanissima che non aveva però nulla
della personalità indipendente che, di conseguenza, si capisce assumerà solo
dopo la separazione da Willy. In queste pagine è una mogliettina inesperta,
impaurita dalla grande metropoli parigina in cui si ritrova a vivere (lei
abituata alla campagna e alla vita bucolica) con un marito già infedele e
amante della vita bohème.
Il
despota Willy subdolamente la controlla, anche grazie ai 14 anni di differenza
d’età, e lei finisce per sentirsi a suo agio solo tra le mura domestiche in
compagnia della gatta e del cane... e ad assecondare il marito diventando un’altra
dei suoi “schiavi”, che scrivevano al posto suo i romanzi e gli articoli che lo
rendevano così tanto conosciuto e considerato nell’ambiente dei letterati.
Col
tempo Willy introduce anche Colette nella Parigi mondana e lei comincia ad
intraprendere, seppur con paura, una vita più autonoma e si appassiona alla
recitazione.
E
dopo aver massacrato a dovere la figura dell’ex-marito, Colette si congeda dal
racconto proprio nel momento in cui avviene lo scarto che porta lei e Willy a
separarsi.
“Il
mio noviziato” è un’interessante lettura, seppur con qualche pesantezza di
stile (e mia difficoltà nella lettura) dipinge un periodo della storia
affascinante - la Belle Èpoque – e soprattutto
vi si trova messa a nudo una parte della vita di Colette. Ed è proprio l’aspetto
“voyeuristico” che mi è piaciuto di più di tutto il romanzo e che ha
soddisfatto tante mie curiosità.