My Take
Gary Barlow
Bloomsbury,
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Da
fan dei Take That da ben 22 anni (!!!) – all’epoca ne avevo 12 – è fisiologico
leggersi l’autobiografia ufficiale di Gary Barlow, che è sempre stato il mio
preferito. Pubblicata nel 2006, ripercorre la vita di Gary dalla nascita fino
al debutto da solista e al ritorno sulle scene musicali dei Take That.
La
prima parte del libro diventa molto interessante quando Gary svela curiosità e
aspetti negativi e positivi della macchina commerciale dei Take That – e soprattutto
su sé stesso, perché ad esempio non mi aspettavo fosse un ragazzo disinibito e
senza scrupoli, come invece racconta di essere stato in merito a sesso
occasionale con le fans. Questo è molto lontano dall’idea che mi ero fatta di
lui e di tutta la band, ai tempi della mia adolescenza...
Racconta
poi della rivalità tra lui e Robbie ma il suo giudizio riguardo quella
situazione rimane molto “polite”, da vero british man, così però tutto il
racconto pare molto distaccato.
Il
vero Gary salta fuori quando racconta dei suoi esordi da solista,
durante i quali ha affrontato alti e bassi che l’hanno condizionato moltissimo
anche in maniera negativa. Sono pagine molto sentite.
Spende
parole bellissime per la moglie, con la quale è tutt’ora sposato e da cui ha
avuto tre figli (mentre una quarta è purtroppo tragicamente nata morta...), e dai
suoi racconti è anche evidente la forte amicizia che lo lega a Mark, Jason e
Howard con i quali, anche prima della reunion del 2006, è sempre rimasto in
contatto.
E’
un’autobiografia sincera anche se raccontata in maniera un po’ impersonale, mi
aspettavo di più ma non si può pretendere grandi cose visto che Gary non è uno
scrittore di professione.