giovedì 12 febbraio 2015

My Take


 
My Take
Gary Barlow
Bloomsbury, € ??
 
Da fan dei Take That da ben 22 anni (!!!) – all’epoca ne avevo 12 – è fisiologico leggersi l’autobiografia ufficiale di Gary Barlow, che è sempre stato il mio preferito. Pubblicata nel 2006, ripercorre la vita di Gary dalla nascita fino al debutto da solista e al ritorno sulle scene musicali dei Take That.
La prima parte del libro diventa molto interessante quando Gary svela curiosità e aspetti negativi e positivi della macchina commerciale dei Take That – e soprattutto su sé stesso, perché ad esempio non mi aspettavo fosse un ragazzo disinibito e senza scrupoli, come invece racconta di essere stato in merito a sesso occasionale con le fans. Questo è molto lontano dall’idea che mi ero fatta di lui e di tutta la band, ai tempi della mia adolescenza...
Racconta poi della rivalità tra lui e Robbie ma il suo giudizio riguardo quella situazione rimane molto “polite”, da vero british man, così però tutto il racconto pare molto distaccato.
Il vero Gary salta fuori quando racconta dei suoi esordi da solista, durante i quali ha affrontato alti e bassi che l’hanno condizionato moltissimo anche in maniera negativa. Sono pagine molto sentite.
Spende parole bellissime per la moglie, con la quale è tutt’ora sposato e da cui ha avuto tre figli (mentre una quarta è purtroppo tragicamente nata morta...), e dai suoi racconti è anche evidente la forte amicizia che lo lega a Mark, Jason e Howard con i quali, anche prima della reunion del 2006, è sempre rimasto in contatto.
E’ un’autobiografia sincera anche se raccontata in maniera un po’ impersonale, mi aspettavo di più ma non si può pretendere grandi cose visto che Gary non è uno scrittore di professione.