Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre, fra le ultime testimoni della Shoa
Emanuela Zuccalà
Paoline Editoriale Libri, 11 €
Questo libro raccoglie la testimonianza di Liliana Segre, deportata da Milano ad Auschwitz nel gennaio ’44 col padre quando lei era appena tredicenne.
Farà ritorno a casa nell’agosto del 1945, sola, dopo aver superato anche la “marcia della morte” verso la Germania.
Il suo racconto si concentra su cosa vuol dire tornare alla normalità dopo aver subito esperienze difficilissime e situazioni di vita all’estremo: la femminilità completamente cancellata da un anno di prigionia e l’indurirsi del carattere per non soffrire; i problemi a relazionarsi con chi non sa cosa vuol dire essere stata deportata; poi accorgersi di essere amata e corteggiata, lo scoprirsi di nuovo donna e diventare madre dando alla luce tre figli; costruire così una famiglia nella serenità e vivere fino in fondo la vita, che è una cosa bellissima.
Ammetto che la mia curiosità MORBOSA avrebbe trovato “soddisfazione” se il racconto si fosse soffermato anche sui dettagli più intimi di vita quotidiana all’interno del campo di concentramento, ma questo per fortuna non avviene per volere stesso di Liliana che ritiene appunto cosa non opportuna e di cattivo gusto...
Vi consiglio questo libro e soprattutto di ragionare sulla frase seguente di Liliana, che sono sicura vi farà vivere tutto in maniera diversa e più consapevole:
“Non dite mai non ce la faccio più quando siete stanchi di studiare o di qualsiasi altra cosa, perché non è vero. Il corpo umano e la mente sono talmente forti e straordinari da riuscire a compiere autentici miracoli; la vita è un bene così meraviglioso e irripetibile da spingerci a fare qualsiasi cosa pur di conservarlo.”
9/10
Molto interessante, me lo segno sia per me, ma soprattutto per mia mamma che adora tutti i libri inerenti la Shoa :)...e quanto è vera la citazione che riporti ...
RispondiEliminaCiao Miss Meletta! magari mi puoi aiutare a ritrovare un altro libro simile a questo scritto da una donna, nata in Valle d'Aosta, anche lei deportata (forse proprio ad Auschwitz) insieme al marito e che nella metà degli anni '90 si recava anche lei come Liliana Segre nelle scuole per raccontare la sua esperienza.
EliminaNon sono più riuscita a ricordarmi il suo nome e le ricerche in biblioteca per ritrovare il libro sono state nulle...
Purtroppo nata in Valle d'Aosta non mi dice nulla, ti posso però consigliare, se già non la conosci, un'altra grande testimone che purtroppo non c'è più che ha lasciato dei libri molto belli e intensi e che io ho conosciuto proprio perché era venuta nel mio liceo a raccontarci la sua storia: Liana Millu. In seguito alla sua visita a scuola mia mamma la contattò e si può dire che divennero praticamente amiche. P.S. Il libro della Segre l'ho regalato a mia mamma, pochi giorni dopo il tuo post, mentre attendevo l'autobus, ho visto che lo vendevano in edicola insieme al dvd di "Jona che visse nella balena"... così l'ho acquistato :)
EliminaGrazie per il consiglio di lettura! :) - rispondo solo ora "pubblicamente" al tuo messaggio ma settimana scorsa avevo già provveduto a prenotare "Il fumo di Birkenau" di Liana Millu in biblioteca. L'ho scelto perché uno degli aspetti che mi interessa di più dell'Olocausto è com'era la condizione di "vita" delle donne nei campi di concentramento...
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